Una delle particolarità nella gamma di articoli che la Opel aveva a catalogo durante i primi anni di produzione stava nella presenza di una cucitrice per calzolai, un arnese pensato proprio per fabbricare calzature. Visto il successo solo parziale di tale modello, alla Opel si preferì avere in catalogo dei prodotti che garantissero vendite in massa, in maniera tale da poter ridurre i prezzi di vendita senza per questo compromettere gli utili, ma anzi, consolidarli. Adam Opel pagò senza battere ciglio, anche perché il successo che stava comunque ottenendo ridusse la sanzione ad una cifra poco più che simbolica. Nel 1911, proprio mentre l’azienda aveva raggiunto da poco la milionesima unità prodotta, maglia milan 2025 2026 un grave incendio devastò letteralmente la fabbrica lasciando senza scampo tale ramo produttivo. L’8 settembre 2022 il TAR esclude la compagine etnea dal massimo campionato dilettantistico dopo solo un anno dalla promozione e dopo la salvezza conquistata nel finale del campionato 2022. La motivazione della statuizione è legata a mancati adempimenti verso alcuni tesserati, condizione necessaria all’iscrizione alla competizione. Tale soluzione tecnica fu d’altro canto assai costosa, perciò la Kettenlos riuscì a ritagliarsi solo un ruolo di nicchia nel mercato delle biciclette a causa del suo prezzo elevato (420 marchi contro i 340 richiesti per la più costosa fra le biciclette a catena, mentre la meno costosa scendeva addirittura a 215 marchi).
Il primo è lo sciopero dei giocatori della nazionale francese, avvenuto nel ritiro di Knysna, durante i mondiali in Sud Africa del 2010. Dopo la sconfitta contro il Messico, che compromette in maniera quasi irrimediabile le possibilità di passare il girone, la squadra decide di non allenarsi in segno di solidarietà verso Anelka, escluso dall’allenatore Domenech durante il match e attaccato dalla stampa per gli improperi rivolti all’allenatore negli spogliatoi. Da ex glorioso presidente di una squadra Uisp che per anni ha veleggiato tra ultimi posti, clamorosi «ceci», reclutamenti notturni di nuovi campioni, maglie e palloni che mancavano, e spettacolari terzi e quarti tempi nei bar di tutta la (vecchia) provincia, non posso che commuovermi leggendo questa meraviglia. Gli inizi non furono affatto facili: oltre al fatto che mancava ancora l’esperienza nel settore della produzione di macchine per cucire, il giovane Adam Opel dovette scontrarsi anche con l’astio che egli suscitava nei cuori e nelle menti dei sarti locali, assai adirati per la concorrenza che una macchina per cucire avrebbe potuto costituire. Durante i primi anni di produzione, poiché i metodi di produzione dell’acciaio in Francia furono ritenuti di miglior qualità rispetto a quelli utilizzati in Germania, per fabbricare in loco alcuni componenti, la neonata fabbrica di Rüsselsheim si approvvigionò di acciaio proprio presso alcuni fornitori francesi, in particolare presso il fratello Georg Opel, che aveva aperto una propria attività nel settore metallurgico proprio a Parigi.
Il futuro fondatore della Casa di Rüsselsheim compì infatti i suoi primi passi nel settore dell’industria delle macchine per cucire nel 1858, presso un’azienda francese, la Journaux-Leblond, con sede a Parigi. Quello automobilistico è senz’ombra di dubbio il settore industriale per il quale la Opel è maggiormente conosciuta, tuttavia fu altrettanto sicuramente l’ambito meno preferito da Adam Opel in persona. Il crescente successo della produzione di macchine per cucire Opel, anche a dispetto di alcune vicissitudini legali, spinse Adam Opel ad espandere l’ambito produttivo della sua attività anche alle biciclette. Per questo, l’opportunità prospettata ad Otto Beyschlag (il fondatore dell’azienda austriaca) da Heinrich Opel, uno dei figli di Adam, si rivelò allettante. Ma l’automobile non entusiasmò affatto Adam Opel, il quale bocciò inesorabilmente la strana invenzione, sottolineando la sua decisione con una frase abbastanza lapidaria: «Questi aggeggi saranno solo giocattoli per milionari che non sanno come buttar via i loro soldi!». Nonostante questi fatti, la neonata fabbrica di macchine per cucire riscosse un buon successo, tanto che nel 1867 Adam Opel acquistò un terreno proprio di fronte alla ferrovia che passava già all’epoca per la città di Rüsselsheim e vi costruì un impianto più adatto alle esigenze produttive della sua giovane azienda.
1936, la produzione di biciclette fu venduta alla NSU di Neckarsulm e le biciclette prodotte da quel momento in poi furono commercializzate con il marchio NSU-Opel fino al 1940. In totale, la Opel costruì circa 2,6 milioni di biciclette, senza contare la produzione NSU-Opel. Oltre che alla produzione in proprio di macchine per cucire, la Adam Opel KG funse anche da distributore della Plaz & Cie. Fu qui che ebbe modo di conoscere anche altre aziende concorrenti come la Plaz & Cie, sempre parigina, o come la Howe, con sede a Londra. Che succederà se i sottoscrittori non rinnoveranno i bond delle aziende? SALVATORE MARGIOTTA. Signor Presidente, il gruppo del Partito Democratico voterà a favore di questo ordine del giorno, naturalmente dissentendo in modo netto da alcune delle argomentazioni espresse in Aula questa mattina dai colleghi della Lega Nord. Fu così che dal 1893 la Opel divenne presente anche in Austria, consolidando in questo modo la sua reputazione.